Melchisedek e l'angelologia nell'Epistola agli ebrei e a Qumran di Manzi Franco - Bookdealer | I tuoi librai a domicilio
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Melchisedek e l'angelologia nell'Epistola agli ebrei e a Qumran

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La scoperta, nella grotta XI di Qumran, di un lungo frammento che mette in scena un personaggio chiamato "Malkì sedeq" ha provocato un confronto con l'Epistola agli Ebrei, la quale attribuisce a Cristo il sacerdozio "secondo l'ordine sacerdotale di Melchisedek". Ne sono derivate affermazioni di dipendenza diretta. In se stessa, l'idea di una dipendenza diretta non è assurda. Se fosse dimostrata vera, sarebbe d'aiuto per un'interpretazione più comprensiva dell'Epistola agli Ebrei. Nella presente opera un gran numero di schemi e specchietti mette in rilievo le constatazioni fatte e le conclusioni raggiunte. Viene dimostrato che non è giustificata la tendenza a confondere le prospettive malkìsedeqiane dei diversi scritti di Qumran. Non è corretto parlare in modo generico della figura di Malkì sedeq a Qumran, perché vi si trovano diverse figure con tratti nettamente differenti. Un'altra osservazione importante è che, messo da parte l'Apocrifo della Genesi, che segue da vicino il testo della Bibbia, i testi qumranici non fanno riferimento esplicito ne al racconto della Genesi ne all'oracolo del Salmo 110. Il suggerimento più interessante della presente ricerca consiste nell'interpretare le due parole "Malkì sedeq" nel testo della grotta XI come un titolo applicato a Dio stesso. Quanto ai rapporti tra l'Epistola agli Ebrei e i testi malkìsedeqiani di Qumran, un'indagine dimostra differenze considerevoli.

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